Il modo di dire prendere fischi per fiaschi viene utilizzato per descrivere la situazione in cui – in ciò che viene detto – uno capisce una cosa per un’altra. Nonostante io sia chiara rispetto alla mia intenzione di agire o parlare, l’altro può interpretare a modo suo il significato di quanto ha ascoltato, appunto capendo fischi per fiaschi.
C’è una qualche relazione tra l’intenzione che muove il mio comportamento e l’impatto che le mie azioni hanno sugli altri? La mia intenzione è ciò che spero possa essere il risultato delle mie parole o azioni: posso dire per esempio “Stai attento con quel bastone, potresti ferire qualcuno” – la mia intenzione in questo caso è di condividere la mia consapevolezza ed esperienza su che cosa potrebbe accadere se il bastone è fatto oscillare energicamente vicino a qualcuno, senza che questo qualcuno se ne accorga; la mia intenzione è avere cura di coloro che sono intorno.
Io ho il controllo della mia intenzione e il controllo delle parole o azioni che scelgo per esprimere questa intenzione: potrei anche dire “Cretino! Metti giù quel bastone!”; anche in questo caso la mia intenzione sarebbe quella di avere cura di chi è intorno.
L’impatto che le mie parole e azioni hanno sugli altri non è certamente sotto il mio controllo. Il modo in cui l’altro fa esperienza del mio comportamento (ciò che faccio e ciò che dico) dipende completamente dal modo in cui egli intende le mie parole e azioni; questo a sua volta dipende in larga misura dalla sua esperienza passata e dalla qualità della nostra connessione.
Qualunque siano le parole che io scelgo per esprimermi tra le due frasi sopra, potrei comunque ottenere dall’altro una risposta reattiva del tipo “Lasciami in pace! Mi dici sempre cosa devo fare!”.
Io posso allora sentirmi offesa, ferita o arrabbiata, perché la mia intenzione di avere cura e la mia esperienza non sono state viste; potrei quindi tentare di spiegare meglio la mia intenzione: “Stavo solo cercando di farti essere più attento!”. A questo punto lo scambio potrebbe esacerbarsi per tutti e due, per il dolore che entrambi proviamo a causa dell’insuccesso di ascolto di ciò che è importante per entrambi.
L’antidoto a questa spirale di conflitto è la curiosità e non solo, anche una curiosità focalizzata sull’impatto delle parole e azioni. Se rimango attaccata al mio desiderio di essere capita, ho maggiori probabilità di ottenere delle resistenze dall’altro, perché il mio interlocutore è anch’egli attaccato al desiderio di essere compreso da me.
Nel momento in cui “mi faccio curiosa”, avrò maggiori scelte disponibili: posso chiedermi per esempio “perché mi sta rispondendo in questo modo?”, “che cos’è davvero importante per l’altro in questo momento?”; posso incuriosirmi rispetto a cos’altro avrei potuto dire: forse questa persona in questo momento ha davvero poche possibilità di esprimersi in modo diverso da come sta facendo; forse questa persona – per la maggior parte della sua vita – si è sentita dire frasi del tipo “devi fare questo/non devi fare quello”.
Se mi incuriosisco dell’esperienza dell’altro quando mi dice “Lasciami in pace! Mi dici sempre cosa devo fare!”, potrei rispondergli “Mi stai dicendo di lasciarti in pace perché vorresti la libertà di giocare come vuoi e la fiducia che stai avendo cura anche degli altri?”.
Nel momento in cui parlo all’altro per trasmettere il mio bisogno di cura verso gli altri, potrebbe comunque accadere che l’altro percepisca i miei tentativi come una pretesa. Forse potrei anche qui incuriosirmi se esiste un modo per esprimermi prendendomi completamente la responsabilità di ciò che sto vivendo; esprimermi in un modo senza implicare che c’è qualcosa di sbagliato nell’altro. Per esempio potrei dire “Mi spaventa che qualcuno possa farsi male se viene colpito accidentalmente dal bastone con cui stai giocando” oppure “Mi assicuri che il gioco che stai facendo è sicuro?”.
Nel momento in cui mi incuriosisco dell’impatto che le mie scelte hanno sulla sensibilità degli altri, è più facile per me vedere la relazione che esiste tra la mia intenzione e la risposta degli altri.
La mia curiosità è ciò che mi supporta nel trovare più scelte che promuovano connessione con gli altri e che riducano le occasioni in cui io mi faccia prendere la mano dalle mie personali risposte reattive.